I
La tua mano ove spezza l’usignolo
il suo pallido nudo,
l’ampio petto coronato di muschio; la tua mano
che devasta la raffica recline,
gelsomino lucente dentro la tempia oscura.
Sì, foglia a foglia, l’acqua sulla fronte,
scava la breve quiete del giaggiolo
con rami di violino fra le dita.
Eunice Odio. Tra i confini estremi
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