your heart is pure,
and your mind is dear.



7.2.14

enzo mari


vulcano

*

Lei appare burbero e qualcuno la chiama addirittura il Savonarola del design. Ma dallo sguardo sembra piuttosto un ottimista. Progetti futuri?
Sono stato profondamente ottimista, ma adesso vivo una situazione di crisi profonda. Ho chiuso il mio studio in piazzale Baracca, a Milano, e al momento non ho nessuna intenzione di pensare a nuovi progetti. Ho dedicato sessant’anni della mia vita a riflettere e progettare e ora sono pieno di acciacchi. Eppure, anche se arrivasse il mago Merlino e me li facesse passare tutti, il mio unico desiderio sarebbe quello di andarmene.
Qual è il suo rapporto con Lea Vergine, compagna di vita, famosa critica d’arte, insieme alla quale negli anni Sessanta venne accusato di concubinaggio? È da cinquant’anni che litighiamo. Ho avuto una prima moglie, ho avuto delle fidanzate. Ho conosciuto Lea per caso, a Napoli, dopo che aveva chiesto a Giulio Carlo Argan di consigliarle qualcuno che potesse curare la grafica di una rivista. Quindi vado a Napoli, in un albergo, entro verso mezzogiorno, nella grande hall non vedo nessuno. In fondo alla sala vedo un uomo e lei, che allora aveva 26 anni. Ero fermo in piedi come un cretino. Lea era una bella ragazza, ma io ero troppo timido e pensavo in termini vagamente mitologici alle belle ragazze. Per me erano una specie di regalo della divinità che ti arrivava dal cielo. Se Dio pensava che tu te lo meritassi, ti donava questa occasione di incontrare la donna della tua vita.

L’amore è un progetto?
No, è molto più semplice. Stare in piedi come un cretino, così, in fondo alla sala, con lei lì che mi guarda, fare due o tre passi verso di lei. E lei che fa due o tre passi verso di me. Forse l’amore è fare due o tre passi nella stessa direzione.

archivio riviera